Decretone in Senato, approvato il taglio sugli stranieri per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza. Confermato anche l’obbligo di accettare un lavoro con un compenso da 858 euro mensili.
Passa in Senato la stretta sugli stranieri per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza. La discussione sul decretone ha portato a una serie di restrizioni contro i furbetti, come li hanno etichettati Salvini e Di Maio, e contro gli stranieri, come richiesto dalla base elettorale e come auspicato dall’ala leghista del governo.
Decretone in Aula, stretta sui furbetti del divorzio per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza
La prima sostanziale modifica riguarda i furbetti del divorzio. La Polizia Municipale dovrà emettere un verbale per certificare il divorzio tra due persone per evitare finte separazioni arcihitettate per poter fare richiesta del sussidio statale.
Stretta sugli stranieri per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza
La seconda modifica strutturale interessa invece gli stranieri. Le persone che provengono da paesi extraeuropei dovranno presentare una certificazione che attesti la propria situazione patrimoniale nel paese di origine.
Il provvedimento ovviamente fa discutere perché, nel caso dei rifugiati politici, ad esempio, ottenere il certificato è un’impresa ardua da portare a termine con successo. Tale certificazione dovrà essere sottoposta, riconosciuta e convalidata dalle autorità italiane perché la domanda per il reddito di cittadinanza possa essere presentata e considerata valida.
Vincoli anche per quanto riguarda lo Stato
Altra modifica riguarda invece il controllo da parte dello Stato che non potrà monitorare le singole voci di spesa ma potrà controllare solo il totale dei soldi spesi con la carta del reddito. Confermata inoltre la voce per cui il reddito di cittadinanza non sarà più riconosciuto nel caso in cui il beneficiario rifiuti un’offerta con un compenso da 858 euro mensili.